26 research outputs found

    Do you think what I think? Strategic ways to design product-human conversation

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    This contribution vets into Tangible User Interfaces (TUI) and objects’ smart attitudes as emerging contemporary practices. We investigate and discuss the process behind the design and implementation of a product conceived following an idea of intuitive, gesture-based interaction, unpacking and critically analyzing how TUIs are perceived by users. We analyze what it means to experience artifacts whose interactions are triggered by an interface embedded in an object apparently static, but actually technologically augmented and interactive. Through a specific case study, we unfold the results from a qualitative inquiry conducted on a community of prosumers revealing how such interfaces can be misleading. Emerged design issues became challenges for designers and researchers, in a strategic, designerly-ways-of-knowing logic, which led to improving the product keeping into consideration users’ expectancies and their actual interactions/behaviors with the product. In conclusion, we reflect on how designers can benefit from extrapolating users’ habits and cognitive processes from data, in order to be strategically instrumental in defining future design implementations, features, products, services, and even systems.Keywords: Tangible User Interfaces, IoT, interaction design, user centered design, user behaviour, design process, gesture-based interaction, embodied interface

    Do you think what I think? Strategic ways to design product-human conversation

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    This contribution vets into Tangible User Interfaces (TUI) and objects’ smart attitudes as emerging contemporary practices. We investigate and discuss the process behind the design and implementation of a product conceived following an idea of intui- tive, gesture-based interaction, unpacking and critically analyzing how TUIs are perceived by users. We analyze what it means to experience artifacts whose interactions are triggered by an interface embedded in an object apparently static, but actually tech- nologically augmented and interactive. Through a specific case study, we unfold the results from a qualitative inquiry conducted on a community of prosumers revealing how such interfaces can be misleading. Emerged design issues became challenges for designers and researchers, in a strategic, designerly-ways-of-knowing logic, which led to improving the product keeping into consideration users’ expectancies and their actual interactions/behaviors with the product. In conclusion, we reflect on how designers can benefit from extrapolating users’ habits and cognitive processes from data, in order to be strategically instrumental in defining future design implementations, features, products, services, and even systems

    Progetto dell'identitĂ  visiva per il centocinquantesimo anniversario del Politecnico di Milano.

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    Il 2013 ha visto il centocinquantesimo anniversario del Politecnico di Milano. Per tale ricorrenza, dalla fine del 2011, l’Ateneo ha promosso una serie di iniziative ed eventi con lo scopo di sottolineare l’eccellenza di questa istituzione. Tra queste, è stato indetto un concorso a inviti per alcuni studenti del Corso di Laurea in Design della Comunicazione col fine di sviluppare un’identità visiva capace di esprimere in modo attuale ed efficace questo importante momento. Il fatto che sia voluto un concorso tra gli studenti della Scuola del Design, è stata una componente determinante per poter declinare il senso di appartenenza al nostro Ateneo con il linguaggio più adatto, privo degli stereotipi presenti all’esterno. La mia attività è stata quella di stendere il brief di concorso, coordinare il progetto e sviluppare il concept vincitore con la collaborazione degli studenti coinvolti

    The Workshop.

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    Dopo un lungo processo di gestazione, avviato nel lontano 2006, Expo Milano 2015 si è rivelato un successo. Alta è stata l’attenzione e l’apprensione per l’accoglienza di un numero così significativo di visitatori in una città come Milano, di dimensioni contenute e non sempre attrezzata per fare fronte ai “picchi” di domanda di ospitalità (si pensi, ad esempio, alle settimane della moda e del design). Pochi però si erano fermati a pensare a chi l’evento lo avrebbe vissuto da dietro le quinte, a chi lo avrebbe organizzato, gestito e soprattutto a chi vi ha lavorato giorno dopo giorno per potere contribuire a questa manifestazione di rilevanza internazionale. Tantissimi sono stati i lavoratori che hanno dimorato nel campo base allestito alle porte del sito di Expo. Altri sono arrivati in qualità di volontari, così come di persone di staff al servizio dei diversi padiglioni internazionali. Su questi ultimi, che hanno abitato l’Expo Village, si concentra questa ricerca. Si è trattato di staff eterogenei, provenienti da paesi di tutto il mondo, che ogni mattina si sono recati presso i diversi padiglioni per lasciarli solo alla fine della giornata: un lavoro dai ritmi intensi e frenetici, svoltosi per mesi lontano da casa. Una comunità che ha richiamato quella dei numerosi studenti “fuori sede” che ogni anno trovano a Milano un proprio domicilio, anche se per solo uno o due semestri. Dove abiteranno? Come li ospiteremo in una città lontana dalle loro origini? Che servizi gli potremo offrire? Che caratteristiche dovranno avere gli spazi che li ospiteranno? Queste le domande a cui un team del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano ha provato a dare risposta conducendo una ricerca sul tema dell’abitare temporaneo in occasione dei grandi eventi e progettando gli interni e i servizi del villaggio Expo. La ricerca si concentra dunque sull’identificazione di soluzioni semplici e al contempo innovative, in grado di offrire un’accoglienza di qualità attraverso un insieme integrato di spazi attrezzati e di servizi; con l’intento di fare vivere gli ospiti in ambienti “made in Italy”, senza però trascurare i limiti di budget e le necessità di riutilizzo di arredi e complementi a chiusura dell’evento

    Pictorials in design research. A comprehensive analysis of IASDR 2023 contributions

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    In the context of scholarly publication, Pictorials represent a valuable approach to knowledge dissemination, particularly in design, HCI, and related disciplines. These academic contributions elevate visual elements to central roles in scholarly communication, facilitating a holistic understanding of research findings. They provide a setting where visual elements, including diagrams, sketches, photographs, and illustrations, take center stage, fostering innovative ways of communicating research. They also offer an alternative framework for sharing complex concepts that resist traditional textual transcription. This shift acknowledges the cognitive significance of visual representations and the limitations of text-centric formats. In this contribution we analyze Pictorials submitted to IASDR 2023 in terms of recurring themes, visual elements, relationship between visuals and text, communication functions, narrative structure, and visual quality. We find a wide variety of approaches, with some achieving seamless integration while others remain somewhat disjointed. Common composition strategies include annotated images, text-rich diagrams, and captions. Narrative structures within Pictorials include sequences of images, storyboards, juxtapositions, and complex formats, each serving unique purposes in conveying research findings. The analysis culminates in the development of a set of comprehensive categories, which discerningly classifies Pictorials into distinct typologies: information-driven, narrative-driven, informative, and technical or scientific, reflecting diverse design and communication goals. In conclusion, Pictorials celebrate diversity in expression and the integration of visual and textual communication, transforming how knowledge is shared
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